Dimensioni:
138x75x65 cm.
"Charlotte Corday", 1865 circa, scultura in marmo bianco di Carrara poggiante su base ottagonale, firmata P. Miglioretti
La scultura presenta dei restauri sul naso, sul piede e sullo schienale della sedia.
L'opera è stata dichiarata di straordinario interesse storico e artistico e sottoposta a regime di notifica dal Ministero per i Beni Culturali e Ambientali, Soprintendenza per i Beni Artistici e Storici di Roma.
Charlotte Corday fu una rivoluzionaria francese, passata alla storia per aver ucciso Jean Paul Marat, uomo politico francese tra i protagonisti della Rivoluzione francese e direttore dell'Ami du peuple, nel 1792 fu eletto alla Convenzione, fautore della dittatura rivoluzionaria, gli fu imputata dai girondini la responsabilità dei massacri del settembre.
Pasquale Miglioretti nacque a Ostigia in provincia di Mantova il 26 febbraio del 1822 e iniziò a studiare scultura presso l’Accademia di Brera sotto la guida di Pompeo Marchesi e Fraccaroli. Per potersi iscrivere all’Accademia e cominciare gli studi avrebbe dovuto pagare una cifra che non poteva permettersi; così l’arciprete Luigi Martini aprì una sottoscrizione popolare fra i concittadini che parteciparono attivamente finanziando gli studi a quel ragazzo di talento.
La volontà di ferro di Pasquale Miglioretti di perfezionare sempre più il suo talento, lo portò a ottenere grandi successi in ambito internazionale, dagli anni Settanta dell’Ottocento in poi. Ricevette un gran numero di commissioni pubbliche e private e divenne membro del consiglio dell’Accademia di Brera.
Proprio con la scultura di Charlotte Corday, Miglioretti conquistò la medaglia d’oro all’Esposizione universale di Parigi del 1867, dopo averla esposta precedentemente a Brera nel 1865 e in altre mostre.
Di questa opera ne esistono varie versioni ubicate in collezioni pubbliche e private.
Osservando a distanza ravvicinata la scultura si nota la maestria che aveva Miglioretti nel riprodurre le diverse trame dei materiali: dalla sedia che sembra in legno alla paglia intrecciata su cui siede la giovane. La cuffia finemente lavorata che le copre il capo e l’abito con la mantella che le avvolge le spalle sembrano realizzati in stoffa e non certo scolpiti nel marmo.
Probabilmente la scultura in questione è stata esposta all'Esposizione dell'Industria italiana di Milano del 1881, pochi mesi dopo la morte del suo autore.